Ghostwriting etico

Il ghostwriting è etico?

Un autore che scrive un libro avvalendosi dei servizi di un ghostwriter, sta imbrogliando?

Ovviamente la mia risposta è: no, no, assolutamente no! 

Purtroppo però questa credenza è ancora oggi molto diffusa, almeno in Italia. Nel nostro Paese, per qualche ragione, si dà per scontato che tutti siano in grado di scrivere un libro… e che le biografie e i libri non-fiction di celebrity, politici, esperti di qualsiasi campo e autori molto prolifici – di quelli che sfornano un libro nuovo a stagione – siano totalmente e inequivocabilmente opera della penna di chi li firma.

La verità sul ghostwriting in Italia

Non vorrei frantumare le tue illusioni, ma da insider del mercato editoriale ti posso assicurare che non è affatto così. Certo, non sarei in grado di dare dei numeri precisi (anche perché non ci sono fonti ufficiali), ma ti basti sapere che qualcuno ha stimato che almeno il 30% dei titoli di saggistica che si vedono in libreria siano materialmente redatti da uno o più scrittori ombra…

In Italia, però, sul ghostwriting è scesa una coltre di omertà. Qui da noi lo scrittore fantasma si ingaggia ma non si svela, come se avvalersi dei servizi di un professionista della scrittura fosse un peccato capitale, qualcosa di cui vergognarsi.

E così, mentre gli addetti ai lavori sanno benissimo come funziona, il grande pubblico resta all’oscuro di tutto e rimane legato a un’immagine distorta e fumosa della professione del ghostwriter.

E nel resto del mondo?

All’estero, e in particolare nel mondo anglofono, la situazione è ben diversa. Tra gli autori che hanno riconosciuto di essersi serviti di un ghostwriter figurano nomi quali:

  • Sheryl Sandberg, direttrice operativa di Facebook, per il suo libro sulla leadership femminile, tradotto in italiano con il titolo Facciamoci avanti. Le donne, il lavoro e la voglia di riuscire;
  • Stephen Covey, imprenditore e formatore, per il suo long-seller I sette pilastri del successo, ormai un classico tra i manuali di self empowerment.

Fuori dai nostri confini, in realtà, capita anche spesso che il ghostwriter firmi l’opera insieme all’autore, soprattutto quando è un giornalista o uno scrittore accreditato.

È successo con l’autobiografia di Donald Trump, realizzata con il supporto del giornalista Tony Schwartz, o con Open, la biografia del celebre tennista Andre Agassi, scritta con il supporto del giornalista Premio Pulitzer J.R. Moehringer. E come non pensare al ‘caso De Lellis-Pulpo’?

I pregiudizi sul ghostwriting

È vero, negli ultimi anni anche qui da noi qualcosa sta lentamente cambiando. Per esperienza diretta, però, ti assicuro che su questo fronte la situazione nel nostro Paese è ancora tragica

Perché?

Come si spiega questa reticenza a ingaggiare (o meglio, ad ammettere di aver ingaggiato) un ghostwriter? Personalmente, credo che la colpa sia da attribuire soprattutto a un’errata concezione del servizio di scrittura su commissione. 

Molti pensano che lo scrittore ombra inventi, elabori e scriva il libro da solo, e che il committente si limiti ad apporre il nome in copertina e a incassare gloria, onori e guadagni. 

Questo è falso! Non funziona così, affatto.

Un vero professionista del ghostwriting non opera in questo modo e non scrive il libro al posto tuo (anche se purtroppo non si può dire lo stesso di alcune agenzie di marketing, che si sono inventate ghostwriter dal giorno alla notte e portano avanti promesse assurde e metodi di lavoro discutibili).

Per come la vedo io, il ghostwriter è un biografo, un interprete, un attore… e, in un certo senso, un megafono della voce dell’autore

Il ghostwriter è un professionista che aiuta un altro professionista, affermato nel suo settore ma non esperto nella scrittura, a trasmettere al meglio il suo messaggio attraverso il medium libro.

Pertanto non c’è niente di cui vergognarsi nell’ingaggiare un ghostwriter, proprio come non ci si vergogna ad assumere un architetto quando si deve progettare una casa o a pagare un social media manager per gestire la comunicazione online!

Il ghostwriting come scelta consapevole

Fortunatamente nessuno è un tuttologo. Riconoscere i propri limiti e affidarsi a chi è più competente di noi in un determinato campo non può essere altro che un segno di intelligenza. 

La scrittura non fa eccezione a questa regola.

Per costruire una narrazione efficace e veritiera non bastano ottime idee e una bella penna: servono molto impegno e molto tempo, ma anche competenze specialistiche e conoscenza del mercato editoriale.

Quando si parla di scrittura su commissione bisogna capire che è il committente a mettere sul piatto i concetti, il messaggio e l’esperienza che verrà convogliata nel libro. Il ruolo dello scrittore ombra è quello di studiare la forma migliore per tradurre in parole le idee e veicolarle al pubblico.

Questo è il motivo per cui spesso la scrittura professionale è la soluzione migliore: come si dice nel business, è un win-win, un’alleanza di competenze che accontenta tutti.

P.S. Se tutto questo parlare di ghostwriting ti ha incuriosito, ti consiglio di leggere Scripta, la guida che ho scritto per aiutare gli aspiranti autori di non-fiction a pubblicare il loro primo libro. In Scripta si parla anche di ghostwriting fatto bene (e di quello fatto male) e si capisce ancora meglio che cosa fa esattamente uno scrittore ombra. Qui sotto puoi scaricare una piccola anteprima.

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MADDALENA Mariani

Maddalena Mariani ha collaborato in veste di ghostwriter e editor a oltre cento pubblicazioni negli ultimi dieci anni, per conto di case editrici, agenzie e privati.

Specializzata nella progettazione di libri non-fiction, oggi guida la squadra di Scripta. Fornisce consulenza a imprenditori e professionisti che decidono di diventare autori, e forma ogni anno centinaia di aspiranti editor e ghostwriter.

Scripta è un progetto di Edigho Officina Editoriale SRL – C.F. RO38157798
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