Raccontare la propria storia a un pubblico potenzialmente molto vasto attraverso un libro autobiografico è qualcosa che non tutti riescono a fare con disinvoltura.
Anche se la storia è meritevole di fama perché in grado di trasmettere un messaggio importante ai lettori, mettersi completamente ‘a nudo’ svelando i retroscena più intimi (e spesso dolorosi) della propria vita può rivelarsi una vera e propria sfida per gli autori più riservati.
L’autobiografia è uno dei generi letterari più apprezzati nel panorama editoriale, ma anche uno dei più difficili da gestire per chi scrive. Appartenente alla categoria non-fiction, deve risultare estremamente aderente alla realtà.
Non ci sono filtri o artifici stilistici, quindi, che possano esimere l’autore dal metterci la faccia ed esporsi pubblicamente, nel bene o nel male.
Eppure, benché la letteratura abbia da sempre fatto una netta distinzione tra fiction e non-fiction, esiste la possibilità di narrare la propria storia celandosi dietro la maschera di un personaggio inventato.
Il romanzo autobiografico è un genere controverso, molto sottovalutato e spesso confuso, che offre ottime potenzialità di espressione a chi non vuole vestire i panni del protagonista –almeno sulla carta – di un’avventura realmente vissuta.
Visto che se ne parla troppo poco nell’editoria contemporanea, vediamo allora cos’è, quando nasce e quali sono gli elementi distintivi del romanzo autobiografico.
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Romanzo autobiografico: cos’è e quando nasce
È molto probabile che, a scuola o in età adulta, tu abbia letto almeno un’opera di narrativa autobiografica senza saperlo. Nei romanzi autobiografici, infatti, il legame tra l’autore e i fatti narrati non è mai esplicito, ed è possibile individuare i riferimenti solo se si conoscono i retroscena della vita privata dello scrittore.
Ad esempio, avresti mai detto che il celebre David Copperfield di Charles Dickens è uno dei primi romanzi autobiografici? Molti, se non la maggior parte, degli elementi principali della vita di Copperfield rispecchiano quella di Dickens, dai suoi drammi infantili alle scelte di carriera da adulto, fino ad alcune delle sue scappatelle romantiche.
Non è facile individuare con precisione l’anno di nascita di questo genere letterario ma, considerando che David Copperfield è una delle prime opere appartenenti a questo filone, possiamo indicare la seconda metà dell’Ottocento come periodo storico di riferimento.
Ma in cosa consiste di preciso il romanzo autobiografico?
La narrativa autobiografica racconta una storia che si serve di personaggi ed elementi inventati per rappresentare le esperienze reali del suo autore. In altre parole, si basa su eventi reali, ma non corrisponde a una narrazione esatta di ciò che è accaduto.
Nel romanzo autobiografico sono diversi gli elementi che possono essere modificati, enfatizzati o addirittura completamente frutto di fantasia. Questi includono personaggi, luoghi, linee temporali, eventi, conflitti e, in alcuni casi, persino la trama stessa.
Generalmente, un autore utilizza questo espediente letterario per raccontare un’esperienza realmente vissuta, celandosi dietro la maschera di un personaggio inventato, oppure per arricchire una narrazione prendendo ispirazione dalle proprie vicissitudini
In questo modo, il suo legame con la storia è un fattore accessorio piuttosto che la caratteristica distintiva dell’opera.
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Romanzo autobiografico: il confine sottile tra fiction e non-fiction
Sono molti gli aspiranti autori che iniziano a scrivere un libro sulla propria esperienza di vita, di viaggio o di business convinti di dedicarsi a un romanzo autobiografico. È opportuno allora fare una doverosa precisazione.
Autobiografia e romanzo autobiografico non sono la stessa cosa.
La prima appartiene al filone non-fiction, nello specifico alla saggistica, e ha l’obiettivo di raccontare fatti realmente accaduti con riferimenti storici attendibili.
Questo è ciò di cui ci occupiamo prevalentemente in Scripta, dando spazio alle storie straordinarie di imprenditori, viaggiatori e sognatori.
Il romanzo autobiografico, al contrario, rientra nella fiction – o letteratura di finzione – e contiene degli elementi di base reali che, pur essendo presi dalla vita dell’autore, vengono inseriti in un contesto di finzione.
C’è quindi una grande differenza tra raccontare la tua storia in forma diaristica, saggistica o divulgativa – narrando i fatti in maniera fedele alla realtà – e creare invece un contesto irreale arricchito, però, con elementi rintracciabili nella realtà.
È bene conoscere questa differenza, non solo per sapere come scrivere il testo e quali sono le regole da seguire, ma anche per poter inquadrare la tua opera nella categoria giusta in fase di pubblicazione – contattando le case editrici con una linea editoriale affine al tuo prodotto – e in quella di promozione.
Come anticipato, in agenzia ci occupiamo esclusivamente di non-fiction. Se sei indeciso tra un saggio e un romanzo autobiografico, in Scripta possiamo aiutarti mostrandoti i vantaggi del mettere per iscritto la tua storia attraverso l’autobiografia.
